Premio Amico di Borgociro
Due volte all’anno un “Amico/a di BorgoCiro” viene premiato in base a 3 precisi requisiti: Stile di vita rispettoso della natura,sensibile alla cultura e raffinatezza di gusto Amore e ricerca della genuinità e semplicità; Esplicita predilezione per il vino e l’olio di BorgoCiro. Negli incontri di Maggio e Novembre, il prescelto/a viene insignito del Cavallino d’Oro (stilizzazione del cavallo di Leonardo),simbolo di BorgoCiro
Rossella, storica dell’arte e archeologa medioevale si occupa della manutenzione, conservazione e restauro dei beni artistici e architettonici. Eduardo, ingegnere stradale, ha lavorato in Autostrade occupandosi di sicurezza e delle infrastrutture che compongono la rete autostradale.
“Grazie agli amici siamo venuti a conoscenza dell’iniziativa BorgoCiro e abbiamo partecipato agli appuntamenti degli Amici di BorgoCiro fin dall’inizio, nella convinzione che la qualità e la genuinità debbano essere alla base della nostra tavola, per semplice o elaborata che sia, e che a tali caratteristiche debbano rispondere il vino e l’olio ingredienti alla base della nostra cucina. “
Ho imparato a cucinare per fame quando ero ufficiale della Marina Militare e ciò derivava dalla lontananza dalla casa dei miei (loro in Friuli ed io a Roma, a 19 anni) e, anche, dallo scarso stipendio dell’Amministrazione statale.
In Banca, dove ho trascorso 34 anni, ho avuto invece le mie soddisfazioni ma ho continuato ad essere appassionato di cucina tanto da ritenermi un discreto cuoco. Insomma me la cavo e la pancia è lo specchio delle mie ore passate ai fornelli.
Negli ultimi anni, credo ormai dieci, ho conosciuto Sebastiano e con lui è nato un naturale feeling che si è trasformato in una amicizia di quelle vere e indissolubili. L’apprezzamento reciproco ai bicchieri di vino di alta qualità ha poi fatto il resto anche se ci ha perso lui…..perchè ho dovuto stornare un po’ dell’amicizia di cui parlavo per dedicarla al suo grande Borgo Ciro. Ma lui mi perdona perché sa che il mio non è vizio bensì GUSTO DEL BUONO E DELLA QUALITA’. Qui però abbasso la cresta perché devo riconoscere che tantissimo ho imparato da lui.
Autunno 1957: in auto in una landa piatta e desolata, avvolti da una fitta nebbia, che per me Romano rendeva tutto invisibile.
“Siamo arrivati”. L’insegna diceva “Sali e Tabacchi”. Ci avevano condotto gli amici di Piacenza, promettendoci prelibati cibi e vini superlativi.
E’ li che ho conosciuto l’oste Peppino Cantarelli e sua moglie Mirella (la cuoca) nella loro Osteria di Samboseto di Parma.
Per tanti anni ho gustato indimenticabili menu e straordinarie varietà di vini e liquori, per me fino ad allora sconosciuti.
Allora ho iniziato a comprendere………