OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA PLURIVARIETALE
Questo olio “plurivarietale” è il frutto di coltivazione biologica, raccolta delle olive allo stadio iniziale della maturazione per garantire il contenuto massimo di polifenoli così preziosi per la nostra salute, metodo di raccolta prevalentemente manuale integrata da leggeri scuotitori per la parte alta della chioma dell’ulivo, gramolatura entro 12 ore dal raccolto; tutto ciò concorre all’ottenimento di un ottimo olio con caratteristiche d’eccellenza e a tenere bassissima l’acidità 0,1-0,2% circa. Il colore dell’olio è un bel verde, il profumo dell’olio è fruttato e gradevole come da olive appena raccolte, il sapore dell’olio è fruttato con richiamo al carciofo, alla nocciola e alla mandorla.

CARATTERISTICHE
- Località degli oliveti – Pescia Fiorentina-Capalbio
- Altitudine degli oliveti – 110 metri sul livello del mare
- Sesto d’impianto – 7 metri x 7 metri
- Potatura – Vaso conico
- Varietà olive – Leccino, Moraiolo, Canino, Pendolino circa 15% ciascuno e Frantoiano 40%
- Periodo di raccolta delle olive dal 15 Ottobre a fine Novembre
- Stato di maturazione alla raccolta 40%
- Metodo tradizionale di raccolta a mano; impiego scuotitore per le parti alte.
- Metodo e tempi di molitura – Tradizionale a freddo a ciclo continuo entro 24 ore dalla raccolta
- Acidita’ media – 0,1-0,2% circa
- Perossidi medi 4 – 10 mg
- Colore dell’olio – Verde
- Profumo dell’olio – Fruttato e gradevole come da olive appena raccolte
- Sapore dell’olio – Fruttato con richiamo al carciofo, alla nocciola e alla mandorla
- Sistema di Autocontrollo Igienico Sanitario HACCP
- Certificazione Biologica BIOS di Marostica (VI)
L’olio “buono” deve pizzicare, più pizzica e più è buono
Sono gli antiossidanti che pizzicano. Ai consumatori del Nord non piacciono, ma sono tutta salute.
Regaliamo antiossidanti piccanti
Le olive sane danno olio buono e piccante. Qui, con “buono” non indico il gradimento al palato ma la qualità. Certo mi piacerebbe che come al Sud e al Centro Italia, anche al Nord il consumatore evolvesse il suo concetto di “buono” verso l’olio piccante. Il mio non è campanilismo ma un regalo. L’equazione è semplice: più l’olio pizzica, più polifenoli contiene, più antiossidanti fornisce e più salute avremo tutti.
Italia del Porco e Italia dell’Olio
Anche le abitudini alimentari hanno diviso l’italia in 2: l’Italia del Porco dalle Alpi alla Dorsale Appenninica ha visto i Celti iniziare l’allevamento di maiali e lo “strutto”, il grasso distrutto del maiale, condiva tutto. Furono gli Etruschi a perfezionare il mestiere del “norcino” con discepoli in Umbria ed Emilia a consolidare una dieta decisamente continentale. Superato l’Appennino, l’Olea Europaea detta legge fino a Pantelleria e olio è il condimento per tutto, da cui Italia dell’Olio. Solo nel dopoguerra le casalinghe meridionali sperimentano margherina e burro, ma le uova “occhio di bue” si fanno ancora con l’olio e il suo piccante è preteso, e la medicina approva.